17. L’impatto del Covid sui pazienti con tumore
a cura di L. Mangone – Azienda USL-IRCCS, Reggio Emilia, AIRTUM; A. Sapino – Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia (SIAPeC); F. Pietrantonio – Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, AIOM
Abstract del capitolo:
La pandemia da Covid-19 ha causato numerose vittime a livello internazionale. Tuttavia, un rischio aumentato di infezioni e decessi è stato fortemente correlato alla presenza di comorbidità, e i pazienti con cancro rappresentano una popolazione particolarmente vulnerabile. Le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore, specie se ancora in trattamento, vanno incontro ad un calo delle difese immunitarie responsabili della maggior suscettibilità a contrarre l’infezione, ad essere ospedalizzati e morire a causa del Covid-19. Anche studi italiani hanno confermato questi dati, specie per i pazienti anziani, ancora in trattamento e con malattia metastatica.
Ma le misure che sono state adottate nei tre mesi di lockdown (riduzione delle attività diagnostiche, sospensione degli screening oncologici e riconversione delle attività sanitarie verso i cosiddetti Reparti Covid) hanno avuto un forte impatto anche sulle nuove diagnosi di tumore.
In Italia si è registrato, durante il lockdown, un calo dei tumori della cute (-70%), del melanoma (-49%), del colon-retto (-47%), della prostata (-45%), della vescica (-44%) e della mammella (-38%). Per il tumore della mammella si è osservato uno shift dei tumori in fase precoce verso forme più avanzate, confermato sia a livello locale (Modena registra un calo degli in situ da 17% a 7% e un aumento dei casi con linfonodi positivi da 12% a 24%). Anche a livello nazionale (dati AIOM-SIAPEC) è stata confermato un calo dei tumori in situ (-11%) e pT1a (-26%); stessi risultati sono stati osservati per il colon-retto (-33% tumori in situ) e -6% delle forme precoci (-6% pT1).
Un lavoro di popolazione effettuato nella provincia di Reggio Emilia, ha preso in considerazione due anni di incidenza. Nel 2020 sono stati registrati quasi 700 tumori in meno rispetto al 2019 (-14,2%). Le sedi che hanno registrato il calo maggiore rispetto al 2019 sono state: cute non melanoma, prostata, melanoma, vescica e colon-retto. Il calo, tuttavia, non è stato uguale negli uomini e nelle donne: nei primi, il calo maggiore ha riguardato i tumori della pelle, della prostata, del polmone, del colon-retto, del melanoma e della vescica. Nelle donne, il calo ha coinvolto principalmente i tumori della pelle non melanoma, seguiti da tumori del corpo uterino, della vescica, del melanoma e dello stomaco.
Per i tre tumori oggetto di screening, lo studio non ha evidenziato alcuna diminuzione delle diagnosi di tumore della mammella (+17 casi nel 2020) poiché, dopo l’interruzione durante il lockdown, è seguita una rapida ripresa degli screening e quindi delle diagnosi, nella popolazione target. Anche per i tumori del collo dell’utero, non sono stati evidenziati cali di incidenza (anche se numeri esigui: 12 casi nel 2019 e a 18 casi nel 2020). Per il colon-retto, il calo ha riguardato principalmente i tumori del colon, soprattutto nei maschi (-34 casi), mentre nelle femmine l’incidenza è rimasta pressoché stabile (-4 casi). Interessante l’andamento dei tumori del polmone: è diminuito negli uomini ed è aumentato nelle donne, in questo caso attribuendo l’incidenza esclusivamente al principale fattore di rischio, il fumo di sigaretta. La conclusione è stata che la pandemia ha causato ritardi nella diagnosi di nuovi tumori.
Tuttavia, per il tumore della mammella, i dati di Reggio Emilia appaiono in controtendenza rispetto a quanto emerso in altre province, anche limitrofe. Reggio Emilia è una provincia che si caratterizza per un’elevata adesione allo screening mammografico, ed è stata fortemente colpita dalla pandemia. Nel 2020 non vi è stata alcuna diminuzione dei tumori in stadio I (262 casi nel 2019 e 281 casi nel 2020), né dei tumori in situ (da 73 nel 2019 a 76 nel 2020). E’ stata registrata invece una significativa diminuzione della chirurgia e un aumento della chemioterapia neoadiuvante. In particolare è stato osservato, nei mesi di gennaio-febbraio, un modesto aumento delle nuove diagnosi, durante il lockdown un calo dei tumori, significativo solo per le donne 75+, nel periodo successivo (giugno-settembre) c’è stato un recupero delle nuove diagnosi nelle donne 45+, mentre nel periodo ottobre-dicembre la ripresa delle diagnosi è stata significativa solo per le donne in fascia screening 45-74 anni. In conclusione, non c’è stata nessuna diminuzione dei tumori diagnosticati nel 2020 e questo suggerisce non solo l’importanza dello screening programmato, ma anche la disponibilità di un sistema sanitario efficiente che ha consentito una completa ripresa delle diagnosi dopo il lockdown.