8. Prossimità, integrazione e continuità delle cure dei pazienti oncologici: gli infermieri fanno la differenza

a cura di Gruppo Area Oncologica e Cure Palliative – FNOPI

Abstract del capitolo:

La popolazione italiana è sempre più anziana e con una prevalenza crescente di malattie croniche a conseguenza della transizione demografica ed epidemiologica in atto. Tale cambiamento richiede un modello di cure centrato su persona/famiglia, orientato verso la prossimità a livello territoriale, interprofessionale e proattivo, in grado di migliorare così la qualità di vita delle persone.

I modelli assistenziali in essere risultano inadeguati a rispondere ai bisogni dei pazienti cronici e, in particolare, oncologici. Le cure oncologiche sono attualmente concentrate in ambito ospedaliero con una complessa organizzazione del percorso e un impatto negativo sui tempi di intervento -vitali in caso di sospetto o diagnosi di cancro-, e sulla qualità di vita dei pazienti. Con la pandemia Covid-19 si sono allungati ancora di più i tempi di intervento per i malati oncologici e si sono ridotti gli screening, i follow-up e le terapie, con peggioramento degli outcomes clinici. La riorganizzazione delle cure primarie attorno alla parola chiave PROSSIMITA’ rappresenta pertanto un elemento imprescindibile della sanità del futuro. Stiamo uscendo da una crisi sanitaria senza precedenti che può essere trasformata in opportunità. Il Recovery Plan – Missione 6, salute si propone lo sviluppo di una rete territoriale dell’assistenza sociosanitaria che consenta la vicinanza alle persone partendo dalla “casa come primo luogo di cura”, per arrivare alle “Case della Comunità” e quindi alla rete ospedaliera.

Anche la difficoltà ad attivare pienamente le Reti Oncologiche in tutto il territorio italiano va superata: deve essere accelerato il percorso riorganizzativo regionale, in una logica di rete con Comprehensive Cancer Care network (CCCN) che metta insieme le esperienze già sviluppate da parte delle reti hub&spoke e i Cancer Care Network per limitare al massimo la permanenza dei pazienti in ospedale.

Garantire la continuità delle cure nelle transizioni tra i diversi contesti è fondamentale per soddisfare i bisogni degli assistiti, evitare che siano lasciati sole e costretti a ricorrere a forme di assistenza inappropriate. Gli elementi fondamentali della continuità assistenziale sono la relazione, l’informazione tra diversi setting e professionisti, e la gestione integrata e flessibile delle  cure1. Un fenomeno associato alla carenza di continuità è la “tossicità finanziaria”, legato a eccessiva burocrazia, lunghe liste d’attesa e difficoltà di accesso al SSN, con conseguente ricorso alla sanità privata, esborsi per i trasporti e perdita di giornate di lavoro. La tossicità finanziaria influisce sulla compliance al trattamento, sugli outcomes clinici e sulla qualità di vita di un’elevata percentuale di pazienti oncologici in Italia2. Questi fattori potrebbero essere ridotti da un’assistenza capace di fare da punto di riferimento per l’assistito, integrare ospedale e territorio e garantire la continuità delle cure.
Attualmente, i servizi di assistenza domiciliare garantiti dal SSN sono erogati con modalità diverse in base alla regione di residenza. L’Assistenza domiciliare è recentemente cresciuta come numero di soggetti assistiti, ma non come ore dedicate dai professionisti e accessi ai singoli casi. Quindi, si esegue un maggior numero di accessi, ma più brevi e più radi rispetto al singolo caso.
L’Infermiere di Famiglia e di Comunità (IFeC), attraverso una presenza continuativa e proattiva nel territorio, facilita la presa in carico e la continuità dell’assistenza in integrazione con le altri professionisti del territorio, in particolare con gli Infermieri Care Manager (ICM) in oncologia. Gli ICM in oncologia sono figure da prevedere nel territorio dove facilitano il raccordo tra asssititi/famiglie e professionisti/équipe di cura nei diversi ambiti assistenziali (ospedaliero e territoriale) della rete oncologica (e palliativa se necessario), nelle diverse fasi del percorso (screening, sospetto diagnostico, punto di accesso, gestione del piano terapeutico, cure simultanee, dimissione, follow-up, gestione delle emergenze, gestione del fine vita, gestione delle cure ai pazienti cronici e sopravviventi), garantendo la continuità e la qualità delle cure e l’appropriatezza clinica e organizzativa. E’ chiaro quindi che l’ICM deve possedere competenze avanzate nell’assistenza in oncologia, per pianificare e gestire i percorsi assistenziali multidisciplinari di pazienti oncologici a media ed elevata complessità nelle fasi acute, nella cronicità e nella transizione tra contesti di cura.
Un altro tema importante riguarda i bisogni di cure palliative specialistiche pediatriche (CPP): soltanto una minima parte di bambini con malattia inguaribile può fruire in Italia di cure palliative. E’ necessaria una diffusione integrata e capillare delle Reti Oncologiche e di Cure Palliative Regionali, comprendendo quelle pediatriche, sia domiciliari che residenziali. Per attivare tali servizi, sono necessari infermieri con elevata formazione in cure palliative e in assistenza infermieristica oncologica, in particolare pediatrica.

Di conseguenza, è evidente la necessità di colmare la carenza di infermieri. In questo senso, la FNOPI ha messo a punto alcune proposte di ambito organizzativo e inerenti lo sviluppo di percorsi di carriera, anche in chiave specialistica. Riguardo alla formazione universitaria, che dovrebbe prevedere percorsi specifici per gli infermieri che assistono pazienti oncologici, la FNOPI ritiene necessario attivare percorsi per ottenere: la revisione della formazione infermieristica; l’attivazione dei contenuti clinici specialistici della laurea magistrale; e la definizione dei criteri qualitativi e standard della formazione.

Note

1. ^ Reid R, Haggerty J, & McKendry R. (2002). Defusing the Confusion: Concepts and Measures of Continuity of Healthcare. Prepared for the Canadian Health Services Research Foundation, the Canadian Institute for Health Information, and the Advisory Committee on Health Services of the Federal/Provincial/Territorial Deputy Ministers of Health.

2. ^ Perrone F, Jommi C, Di Maio M, et al. (2016) The association of financial difficulties with clinical outcomes in cancer patients: secondary analysis of 16 academic prospective clinical trials conducted in Italy. Annals of Oncology 27:2224–9.

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14° Rapporto - Capitolo 8

Prossimità, integrazione e continuità delle cure dei pazienti oncologici: gli infermieri fanno la differenza