1. Il Piano Straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia e il nuovo Piano Oncologico Italiano
a cura di L. Pinto, I. Cecchini, C. Mirri e M. Assanti – IQVIA con il coordinamento di F. De Lorenzo – F.A.V.O. per All.Can Italia
Abstract del capitolo:
Negli ultimi anni i malati oncologici, oncoematologici e la popolazione a rischio stanno vivendo una vera e propria “emergenza nell’emergenza” causata dagli effetti indiretti che la pandemia da Covid-19 ha avuto sulla prevenzione e assistenza oncologica ed oncoematologica. I ritardi accumulati nell’ambito delle prestazioni di screening, diagnosi, nuovi trattamenti, ricoveri oncologici ed oncoematologici e interventi chirurgici fotografano una situazione drammatica a cui il Servizio Sanitario Nazionale è chiamato a rispondere urgentemente mediante l’attuazione del nuovo Piano Oncologico Nazionale e di un Piano Straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia. Inoltre, la misura dell’impatto quantitativo e qualitativo della pandemia sull’Oncologia ed Oncoematologia ha anche accentuato ulteriormente le differenze regionali già esistenti, rendendo necessario un piano di recupero più ampio che colmi in primo luogo le disparità tra Regioni. Tra queste, per esempio, rimane prioritario il completamento delle Reti Oncologiche Regionali ancora non realizzate in alcune Regioni.
La realizzazione di un Piano straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia e del nuovo Piano Oncologico Nazionale deve partire da una valutazione accurata delle leve strategiche da mettere in campo e dei rispettivi livelli di priorità ed urgenza che ne guideranno l’attuazione. A questo scopo è stato definito un modello di valutazione patient driven, che pone al centro di questo processo valutativo i bisogni prioritari dei pazienti oncologici ed oncoematologici a cui è sempre più urgente dare una risposta concreta. Il modello parte dall’identificazione delle aree prioritarie su cui devono agire il Piano straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia e il Piano Oncologico Nazionale: 5 aree di gap causate dalla pandemia, emerse dalle indagini dell’Osservatorio IQVIA per il monitoraggio dell’impatto della pandemia sull’accesso alle prestazioni in ambito oncologico ed oncoematologico e dal rapporto dell’Osservatorio Nazionale Screening, e 5 potenziali aree di impatto del Piano Oncologico Nazionale, identificate a partire dalle 10 iniziative Faro del Piano Oncologico Europeo. A partire da queste aree di impatto sono definite 10 Leve strategiche a cui corrispondono 40 concrete azioni organizzative, di processo e sulle risorse individuate a partire da una analisi documentale di contesto e dalle aree di intervento per l’attuazione del PNRR. Tra queste, una particolare menzione va alla Leva 6, “accelerare la digitalizzazione dei servizi e dei processi”, individuata come leva trasversale e fattore abilitante per l’implementazione di molte azioni concrete identificate.
Dall’applicazione del modello patient driven nascono due strumenti: un primo strumento costruito da All.Can mette in luce le azioni più urgenti da implementare in un Piano straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia. Un secondo strumento identifica le priorità di implementazione per il nuovo Piano Oncologico Nazionale.
Il Piano straordinario deve partire urgentemente dalla programmazione di azioni concrete per migliorare i percorsi Ospedale – Territorio, supportando le Regioni alla concreta attuazione delle Reti Oncologiche Regionali secondo la Determina della C.Stato regioni #59 del 2019 e definendo le modalità di coordinamento tra Ospedale e Territorio per ridurre le liste di attesa. Andranno sfruttati a pieno i nuovi setting assistenziali previsti dal PNRR (DL 152/91, GU del 31/12/2021) e per farlo con appropriatezza occorre riorganizzare il percorso del paziente oncologico e oncoematologico definendo nuovi modelli organizzativi. Con massima urgenza occorre non solo migliorare l’efficienza dei processi, ma anche inevitabilmente aumentare gli organici ed allineare le competenze alla nuova Sanità post-pandemica. Nell’ottica del Piano Oncologico Nazionale è necessario definire l’appropriatezza dei setting in base al percorso di cura del paziente oncologico e oncoematologico, valorizzando da un lato la Medicina di prossimità e dall’altro il ruolo degli IRCCS e dei Centri di eccellenza. Emerge anche quanto sia prioritario investire sugli screening oncologici, riqualificare le cure intermedie e le cure domiciliari e aumentare l’accesso all’innovazione scientifica.
La realizzazione delle 10 Leve strategiche proposte per il Piano Oncologico Nazionale e per un Piano straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia potrà avvalersi di molteplici opportunità in termini di risorse. Tra queste, vi sono i fondi della Commissione Europea per il Piano Europeo di Lotta contro il Cancro (4 miliardi di euro), gli altri strumenti di finanziamento messi a disposizione dall’Unione Europea tra cui i fondi per il primo Piano operativo nazionale per la sanità da destinare al Mezzogiorno (625 milioni di euro), i finanziamenti per la sanità previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (15,63 miliardi di euro destinati alla Missione 6 Sanità del PNRR da cui è possibile individuare opportunità specifiche per l’attuazione delle 10 Leve identificate) e gli stanziamenti destinati al recupero delle liste di attesa causate dalla pandemia (quasi 1 miliardo di fondi a disposizione). Un ruolo chiave rivestirà l’istituzione di una Cabina di regia per coordinare il Piano Oncologico Italiano e il Piano straordinario, allo scopo di mettere in campo un sistema di governance efficace per il monitoraggio degli obiettivi specifici e il controllo dell’avanzamento delle attività rispetto alle tempistiche indicate.
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14° Rapporto - Capitolo 1
Il Piano Straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia e il nuovo Piano Oncologico Italiano