10. Chirurgia oncologica: volumi di attività, risultati e centri di riferimento
a cura di A. Garofalo – SICO, R. Boldrini e M. Di Cesare – Ministero della Salute, L. Del Campo e F. De Lorenzo – FAVO
Abstract del capitolo:
La Chirurgia Oncologica è quella che, più di altre specialità, avrebbe bisogno di un profondo ripensamento organizzativo, in grado di consentire l’individuazione di Centri ad alto volume di attività, che possano reclutare numeri sempre maggiori di pazienti i quali avrebbero la garanzia di essere trattati con approcci multimodali corretti, con risultati favorevoli in termini di morbi-mortalità, economicamente vantaggiosi e finalizzati alla ricerca clinica e di base.
Come ormai appurato da varie esperienze nazionali ed internazionali, in Chirurgia Oncologica i volumi di attività di un singolo centro sono inversamente proporzionali al numero di complicanze e alla mortalità operatoria, pertanto il volume di attività rappresenta, al momento, l’unico parametro disponibile su larga scala per individuare i Centri in grado di esprimere un’alta qualità delle prestazioni chirurgiche.
Il Gruppo di Lavoro SICO, FAVO, Ministero Salute ha individuato, per ciascuna patologia oncologica, attraverso l’analisi dei dati epidemiologici e di attività ospedaliera, i cut-off al di sotto dei quali il volume di attività viene considerato insufficiente al fine dell’espressione di una apprezzabile qualità delle prestazioni chirurgiche.
Sono stati analizzati i dati rilevati con la scheda di dimissione ospedaliera con riferimento all’anno 2019 aventi come causa principale di dimissione una patologia oncologica. Per ciascuna tipologia di tumore sono state individuate delle procedure diagnostiche e/o chirurgiche considerate necessarie al trattamento del caso escludendo quelle strutture in cui non è stata effettuata nessuna delle procedure individuate.
Il Gruppo di Lavoro ha poi preso in considerazione il dato di incidenza di ciascun tumore così come riportato nel Rapporto AIRTUM dello stesso anno, il quale è stato diviso per il numero delle strutture: la cifra risultante, equivalente al numero di casi affrontati atteso per ciascuna struttura, è stato incrementato del 50% per individuare il cut-off delle strutture ad alto volume e del 15% per le strutture a medio volume. I cut-off sono stati poi corretti con un indice di tolleranza del 5%.
I Centri la cui attività non raggiunge né il primo né il secondo cut-off sono la stragrande maggioranza rispetto a quelli che si dedicano alle varie patologie in esame esprimendo volumi congrui ed assicurando, quindi, esiti chirurgici in linea con le analoghe esperienze internazionali. Questo dato si traduce nel fatto che, prendendo in considerazione, per esempio, il Cancro del Colon, su 849 strutture che hanno trattato questi pazienti nel 2019, 174 sono da considerare ad alto volume di attività e 54 a medio volume, mentre ben 621 sono sotto questo limite e quindi il numero delle strutture con una casistica inadeguata è assolutamente preponderante. Tale evidenza si ripete per tutte le Neoplasie prese in esame.
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14° Rapporto - Capitolo 10
Chirurgia oncologica: volumi di attività, risultati e centri di riferimento