a cura di M. L. Bellani – Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi dell’Insubria, Varese / S.I.P.O.

Come già detto in altra parte del presente Report (vedi capitolo 8) nella seduta del 17 aprile 2019 della Conferenza permanente Stato-Regioni è stato approvato il documento recante “Revisione delle Linee guida organizzative e delle raccomandazioni per la Rete Oncologica che integra l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale”.

In esso si dichiara che “la cura psicosociale in oncologia è parte integrante di una strategia di cura più ampia, a partire dalla diagnosi e durante l’intero corso di malattia, inclusivo delle fase dei trattamenti attivi, della remissione, della sopravvivenza, della ricorrenza o recidiva e della fase avanzata e di fine vita” e si sancisce l’obbligatorietà della figura dello psico-oncologo nei principali PDTA nonché l’attivazione dei Servizi di Psico-Oncologia nelle Reti oncologiche.

Per la prima volta in Italia viene così garantita ai malati di tumore una presa in carico e un’assistenza psicolo-gica su tutto il territorio nazionale.

Affinché le previsioni dell’accordo Stato-Regioni possano trovare piena attuazione e realizzazione è necessario un forte impegno nella scelta di adeguate soluzioni per superare alcune possibili criticità, sia di ordine generale sia di carattere specifico per la Psico-oncologia.

In termini generali, per assicurare un corretto standard di qualità ed efficienza dell’assistenza alle persone affette da patologia oncologica è indispensabile garantire la corretta applicazione delle “Linee guida”, senza escludere l’assistenza psico-oncologica. Ciò significa assicurare un adeguato e stretto monitoraggio dei livelli di implementazione e di funzionamento delle Reti oncologiche su tutto il territorio nazionale nell’ottica di una reale multidisciplinarietà/multiprofessionalità. La composizione dei core-team dei vari PDTA prevista dalle Linee Guida non può essere disattesa, scongiurando che nelle Regioni meno “virtuose” si avvii un’assistenza priva della componente psico-oncologica o evitando che l’autonomia delle Aziende ospedaliere prevalga sulle indicazioni regionali e nazionali.

A tale proposito l’Osservatorio per il monitoraggio e la valutazione delle Reti Oncologiche Regionali (ROR), istituito presso AGENAS, ha proprio il compito (e la responsabilità) di attuare il monitoraggio dell’implementazione e del funzionamento delle Reti Oncologiche medesime, secondo gli standard prestabiliti. Spetta altresì all’Osservatorio proporre l’utilizzo di quegli specifici strumenti di misurazione e di verifica per la valutazione dei PDTA che sono gli indicatori (di struttura, processo ed esito) e questi dovranno riguardare anche le attività di Psico-Oncologia.

Altre criticità riguardano più specificamente la disciplina della Psico-Oncologia, in particolare la figura dello psico-oncologo.

La Società Italiana di Psico-Oncologia (S.I.P.O) da anni ha proposto che lo psico-oncologo debba essere un professionista che, dopo avere acquisito il titolo di psicoterapeuta, abbia maturato una specifica formazione, teorica e pratica, nella disciplina specifica.

I pazienti e i loro familiari devono infatti avvalersi di professionisti qualificati e adeguatamente formati; non possono essere considerati tali semplici laureati o coloro che si sono formati alla psico-oncologia frequentando corsi con un numero limitato di ore e di nozioni. L’improvvisazione è da combattere e la buona volontà priva di competenze non è sinonimo di efficacia terapeutica. Le stesse Aziende ospedaliere dovrebbero bandire concorsi richiedendo ai candidati requisiti specifici e di livello elevato.

Questo rimanda ad un’altra criticità, che riguarda il core-curriculum dello psico-oncologo, ovvero il corpo di conoscenze minime, essenziali, per essere certificati come esperti della materia.

A parte i pochi master attivati presso alcune Università italiane (comunque non omogenei per programmi e numero di ore), non esiste un’offerta formativa coerente sul territorio nazionale.

S.I.P.O. ha istituito una specifica Scuola di formazione, di durata biennale, che prevede 1500 ore di didattica e di attività pratica. Essa ha lo scopo di impartire agli allievi una formazione professionale idonea all’esercizio dell’attività clinica di Psico-Oncologia (prevenzione, diagnosi, trattamento e ricerca) e di promuovere la collaborazione e l’integrazione delle diverse professionalità presenti in ambito oncologico. Il profilo funzionale concorre all’acquisizione e all’espressione di competenze teorico-pratiche, tecniche e scientifiche altamente specialistiche per potere operare nell’ambito della Psico-Oncologia.

Alla luce di queste brevi notazioni, risulta chiaro che c’è ancora molto lavoro da compiere per assicurare ai malati di tumore e ai loro familiari un’ assistenza psico-oncologica valida ed estesa su tutto il territorio nazionale. Riteniamo pertanto che sia necessario che le Società scientifiche interessate e le Associazioni di pazienti uniscano sinergicamente le rispettive conoscenze, competenze ed esperienze al fine di porre in essere – a livello nazionale regionale – azioni ed iniziative capaci di assicurare una presa in carico complessiva e una qualità delle cure in cui trovino posto con pari dignità “soma” e “psiche”.

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12° Rapporto - Capitolo 9

Gli interventi psico-oncologici nei PDTA delle Reti Oncologiche: superare le criticità