22. Il referto di anatomia patologica: atto fondamentale nella diagnosi oncologica
a cura di E. Bonoldi – SIAPeC; A. Russo – AIOM; A. Sapino – SIAPeC
Abstract del capitolo:
Il referto in anatomia patologica rappresenta l’atto finale di sintesi di un percorso analitico compiuto da un medico, l’anatomopatologo, che attraverso la visione al microscopio di campioni di tessuto asportati per interventi chirurgici o biopsie o prelievi citologici osserva, identifica e registra parametri morfologici di vario tipo, integrandoli con i dati clinici ed infine traducendoli nella diagnosi anatomo-patologica.
Un referto deve essere basato sui principi basati sull’evidenza, aggiornato sulle classificazioni in uso nazionali ed internazionali, comprensivo di tutti gli elementi che concorrono a completare la diagnosi, identificando le caratteristiche specifiche della lesione esaminata e, di conseguenza, rendendo possibile la “personalizzazione del referto” al fine di fornire le indicazioni sulla prognosi e sulla terapia di ogni singolo paziente.
La diagnosi anatomo-patologica in oncologia è il primo atto formale che stabilisce la presenza di un tumore, precede e guida qualsiasi altra analisi, anche i più avanzati test molecolari.
Il “buon referto” anatomo patologico in generale, ma in particolare in ambito oncologico, deve essere il più possibile coinciso, esaustivo ed in grado di esprimere contenuti chiari ed univocamente interpretabili, poiché utilizzati dai clinici e decodificati da questi per i pazienti.
Il progredire delle conoscenze e la possibilità di corredare l’analisi morfologica con l’utilizzo di piattaforme tecnologiche sempre più sofisticate hanno portato a una più approfondita caratterizzazione e diversificazione delle patologie e, di conseguenza, delle rispettive strategie terapeutiche. Ciò si è tradotto nella necessità di referti sempre più densi di parametri quali-quantitativi con la necessità talora di una gerarchizzazione dei parametri stessi e l’utilità di elencarli secondo un ordine logico, finalizzato alla diagnosi di entità e/o sottoentità.
Occorre disporre di format pre-costituiti e standardizzati secondo le più attuali classificazioni
sui tumori possa offrire un duplice vantaggio: fornire un valido supporto alla costruzione del report aiutando il patologo a non omettere elementi importanti e facilitare il clinico nella traduzione del referto in inquadramento della malattia del paziente e nell’indicazione terapeutica.
La Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia (SIAPeC) lavora da sempre sulla definizione del “referto strutturato” attraverso l’utilizzo di “check-list”, adottate nella routine diagnostica della maggior parte degli anatomopatologi.
La SIAPeC è particolarmente impegnata nel dare forte impulso alla definizione, sperimentazione e diffusione delle check-list diagnostiche attraverso il lavoro coordinato dagli specifici gruppi di studio e la corrispondente attività formativa promossa in questi anni a favore degli anatomopatologi operanti su tutto il territorio nazionale.
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14° Rapporto - Capitolo 22
Il referto di anatomia patologica: atto fondamentale nella diagnosi oncologica