Oncofertilità nella donna e modalità d’accesso
a cura di M. G. Razeti e M. Lambertini – Università di Genova – IRCCS Ospedale Policlinico San Martino; P. Pugliese – SIPO – Lazio
Abstract del capitolo:
Il capitolo analizza l’impatto della diagnosi di tumore sulla fertilità femminile, con particolare focus sulle donne giovani, e le diverse opzioni disponibili per la preservazione della fertilità.
Introduzione:
- Aumento delle diagnosi di tumore maligno nelle fasce d’età più giovani (anche <50 anni).
- Tumori più frequenti nelle donne giovani: mammella, tiroide, melanoma, colon-retto, cervice uterina.
- I trattamenti oncologici, in particolare la chemioterapia, possono avere un impatto sulla fertilità.
- La prognosi delle pazienti oncologiche è migliorata negli anni, con un’età media alla prima gravidanza in aumento.
- Incremento dell’attenzione sulla fertilità dopo i trattamenti oncologici.
Linee guida:
- Tutte le giovani pazienti oncologiche devono essere informate sui rischi di infertilità correlata ai trattamenti.
- Alle pazienti che desiderano avere figli devono essere illustrate le opzioni per la preservazione della fertilità.
- Counselling onco-fertilità da parte di ginecologi esperti in procreazione medicalmente assistita.
Tecniche di preservazione della fertilità femminile:
- Criopreservazione ovocitaria: tecnica standard, indicata per donne con adeguata riserva ovarica (<40 anni).
- Successo correlato all’età: >40% <35 anni, <30% 35-40 anni, bassi >40 anni.
- Non indicata per pazienti che necessitano di un inizio immediato dei trattamenti oncologici.
- Criopreservazione degli embrioni: vietata in Italia dalla Legge 40/2004.
- Criopreservazione del tessuto ovarico: tecnica d’elezione per donne <36 anni che necessitano di un inizio immediato dei trattamenti oncologici.
- Non richiede stimolazione ormonale e può essere effettuata anche in bambine prepuberi.
- Successo correlato all’età e all’esperienza del centro.
- Dubbi sull’utilizzo in pazienti con varianti patogenetiche dei geni BRCA.
Gravidanza dopo il cancro:
- Le tecniche di preservazione della fertilità aumentano le probabilità di gravidanza dopo i trattamenti oncologici.
- In passato si temeva che la gravidanza potesse aumentare il rischio di recidiva o avere effetti negativi sul bambino.
- Studi recenti dimostrano che la gravidanza è sicura dopo il cancro, anche in caso di tumore mammario recettori ormonali positivi.
- Non aumenta il rischio di recidiva.
- Non aumenta il rischio di aborti o malformazioni congenite.
- È necessario un monitoraggio più stretto della gravidanza.
- In alcuni casi selezionati, è possibile interrompere temporaneamente la terapia endocrina adiuvante per cercare una gravidanza.
Conclusioni:
- La preservazione della fertilità è un aspetto cruciale per le giovani pazienti oncologiche.
- È fondamentale una stretta collaborazione tra oncologi e ginecologi per informare le pazienti e aiutarle ad accedere alle tecniche disponibili.
- Solo il 20% delle pazienti che ricevono un counseling onco-fertilità decide di preservare la fertilità.
- È necessario un maggiore impegno da parte degli oncologi e una più corretta informazione alle pazienti.
Impatto e bisogni psicologici
La perdita della funzione riproduttiva e sessuale rappresenta un effetto collaterale comune dei trattamenti oncologici che può avere un impatto devastante sulla qualità della vita dei giovani pazienti onco-ematologici.
Oltre alle implicazioni fisiche, questa perdita comporta una serie di conseguenze psicologiche profonde, tra cui:
- Perdita della progettualità di vita
- Perdita dell’autostima
- Difficoltà nella relazione di coppia
- Isolamento sociale
- Percezione di un corpo tradito
- Nei bambini e negli adolescenti
Desiderio di maternità e paternità:
Il desiderio di avere figli è un aspetto complesso e multiforme che si sviluppa nel corso del processo di costruzione dell’identità personale. Esso è influenzato da fattori intrapsichici, socio-culturali e dalle relazioni con le figure genitoriali.
Nelle donne affette da malattie onco-ematologiche, il desiderio di maternità può assumere la connotazione di un bisogno di sentirsi di nuovo normali e di riavere il controllo sul proprio corpo. Negli uomini, la paternità rappresenta l’assunzione di un ruolo sociale e la realizzazione di un’identità come padre.
Sterilità e il suo significato psicologico:
La sterilità ha assunto un’importanza crescente negli ultimi anni, data la tendenza a posticipare l’età alla prima gravidanza e il miglioramento della prognosi nei pazienti onco-ematologici pediatrici e adolescenziali. Tuttavia, il diritto alla procreazione non è ancora completamente soddisfatto per questa categoria di pazienti.
Barriere alla preservazione della fertilità:
Diversi fattori ostacolano l’accesso alla preservazione della fertilità per i pazienti oncologici, tra cui:
- Scarsa conoscenza e interesse da parte degli oncologi
- Mancanza di percorsi diagnostico-terapeutici dedicati
- Difficoltà di comunicazione e carenza di informazioni
- Necessità di iniziare rapidamente i trattamenti oncologici
- Mancanza di strutture e convenzioni con i centri di PMA
Queste barriere limitano l’accesso alle tecniche di preservazione della fertilità e riducono il numero di pazienti che scelgono di affrontare una gravidanza dopo i trattamenti oncologici o un’adozione.
Per far fronte a queste criticità, è necessario implementare un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) dedicato alla preservazione della fertilità per questa specifica popolazione di pazienti. Il PDTA dovrebbe prevedere:
- Un’equipe multidisciplinare composta da un oncologo, uno specialista della riproduzione e uno psico-oncologo
- Counselling psicologico per facilitare l’espressione del desiderio di genitorialità e la comprensione delle sue implicazioni
- Informazione completa sui rischi e sui benefici della gravidanza dopo il cancro e sulle tecniche di preservazione della fertilità
- Accesso tempestivo ai centri di PMA per le procedure di preservazione della fertilità
- Supporto psicologico durante tutto il percorso, dalla diagnosi alla scelta genitoriale (biologica o adotiva) e al follow-up