25. La biopsia osteo-midollare nelle malattie onco-ematologiche croniche: un dolore evitabile

a cura di A. Barone – AIPAMM e gruppo F.A.V.O. Neoplasie Ematologiche, S. Giannini – AIPAMM e Aimac, E. Iannelli – F.A.V.O. e Aimac, M. Santopietro – Ospedale San Camillo Forlanini, Roma, D. Petruzzeli – F.A.V.O. e Lampada di Aladino, G. Barosi – Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo, Pavia, A. Inzoli – Azienda Ospedaliera Ospedale Maggiore di Crema

Abstract del capitolo:

La biopsia osteo-midollare (BOM) e una procedura diagnostica indispensabile qualora vi siano all’esame emocromocitometrico alterazioni delle cellule del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine) che fanno sospettare una malattia onco-ematologica. La procedura serve a valutare il quadro morfologico del midollo osseo ove le cellule ematiche vengono prodotte e quindi origine delle suddette malattie ematologiche. La manovra serve anche a monitorare l’evoluzione della malattia e l’efficacia dei trattamenti per cui può essere necessario ripeterla più volte nel corso del tempo. Generalmente la biopsia osteo-midollare viene effettuata sulla cresta iliaca e in particolare sulla spina iliaca postero-superiore sede in cui l’osso ha uno spessore tale da evitare complicazioni legate a una eventuale eccessiva penetrazione dell’ago. I moderni aghi da biopsia permettono oggi di evitare una delle parti della manovra che risultava in passato più dolorosa e cioè la lussazione dell’osso per prelevarne la “carota” da analizzare. Uno standard procedurale e l’anestesia locale pre-procedurale che viene effettuata sul periostio con anestetici locali. Tuttavia l’anestesia locale non e in grado di abolire completamente il dolore percepito durante la biopsia. Il dolore si ha generalmente durante la fase finale della penetrazione dell’ago da biopsia e, nel caso dell’aspirato midollare, durante l’aspirazione, nella siringa che viene raccordata all’ago, dei frustoli di midollo osseo. Anche l’anestesia locale puo essere inizialmente dolorosa. Solo la presa d’atto della scarsa attenzione al dolore lamentato dal paziente oncoematologico per la biopsia osteomidollare, vista la reticenza del paziente a chiedere la sedazione per timore di indisporre il medico, si registra che la richiesta di evitare il dolore procedurale non viene quasi mai soddisfatta con l’accesso alla sedazione/ analgesia procedurale (SAP).

Sarebbe pertanto necessaria l’implementazione dei Comitati Ospedale Senza Dolore (COSD) nelle strutture sanitarie italiane per promuovere la terapia del dolore, programmando interventi indirizzati al miglioramento del processo assistenziale anche nelle manovre diagnostiche. Inoltre, e necessario che tutte le strutture ospedaliere recepiscano e facciano rispettare la legge 38/2010, che si pone a tutela della dignità della persona sancendo il diritto di accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. Solo così si contribuirebbe a “disegnare” una presa in carico a 360 gradi del malato onco-ematologico, con senso di responsabilità e di vera assistenza, nel rispetto della dignità di ogni persona.

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15° Rapporto - Capitolo 25

La biopsia osteo-midollare nelle malattie onco-ematologiche croniche: un dolore evitabile