32 – Oncoematologia e assistenza territoriale: condivisione di buone pratiche
a cura di D. Integlia, M. Gulli – ISHEO
R. Cairoli – S.C. Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare, Niguarda Cancer Center, Milano
A. Guarini – UOC Ematologia e Terapia Cellulare, IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II, Bari
M. T. Petrucci – Ematologia, Azienda Policlinico Umberto I, Roma
D. Petruzzelli – La Lampada di Aladino ETS e F.A.V.O.
Abstract del capitolo:
Il capitolo esplora il rapporto tra l’oncoematologia ospedaliera e l’assistenza territoriale in Italia. Sebbene sia in atto un crescente processo di integrazione per estendere terapie, trattamenti e follow-up al di fuori dell’ospedale, permangono importanti sfide. Il problema principale consiste nel garantire una piena, efficace e omogenea integrazione tra le strutture ospedaliere specialistiche e i servizi di assistenza primaria e territoriale per la gestione dei pazienti con neoplasie ematologiche. Le criticità includono un elevato carico amministrativo per i medici, difficoltà nell’implementazione dell’innovazione a livello territoriale, la necessità di superare approcci tradizionali e una non ancora completa valorizzazione del ruolo dei servizi territoriali nella presa in carico del paziente oncoematologico, spesso caratterizzato da complessità clinica e necessità di supporto continuo. Questa situazione può portare a una frammentazione dell’assistenza e a una minore continuità di cura, con potenziali ricadute sulla qualità di vita dei pazienti e sull’efficienza complessiva del sistema.
La soluzione per superare le sfide e promuovere una maggiore integrazione tra oncoematologia ospedaliera e assistenza territoriale si basa sulla condivisione di buone pratiche e sull’implementazione di modelli organizzativi che favoriscano la continuità assistenziale. Questa soluzione implica:
- Riorganizzazione dei PDTA: Rivedere e attuare i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) in modo da trasferire in sicurezza parte della gestione clinica, dove appropriato, dal contesto ospedaliero a quello territoriale.
- Creazione di Team Multidisciplinari Integrati: Sviluppare e potenziare team multidisciplinari che operino in modo integrato tra ospedale e territorio, assicurando una comunicazione efficace e una presa in carico condivisa del paziente.
- Coinvolgimento delle Associazioni dei Pazienti: Coinvolgere attivamente le associazioni dei pazienti nella progettazione e implementazione dei PDTA e dei servizi territoriali, valorizzando il loro contributo esperienziale per rispondere meglio ai bisogni dei malati.
- Sfruttare le Best Practices Locali: Diffondere e adattare le “buone pratiche” di integrazione già consolidate in alcune realtà regionali su scala nazionale, come modello per superare le disomogeneità.
- Supporto Tecnologico e Organizzativo: Fornire gli strumenti tecnologici (es. telemedicina, dossier sanitario elettronico) e il supporto organizzativo necessari per facilitare la comunicazione e il coordinamento tra i diversi livelli assistenziali.
- Formazione e Consapevolezza: Investire nella formazione del personale ospedaliero e territoriale sulle specificità dell’assistenza oncoematologica e sull’importanza dell’integrazione, promuovendo una “cultura dell’integrazione”.
- Adeguamento Normativo e Finanziario: Assicurare un quadro normativo e finanziario che supporti e incentivi i modelli di integrazione ospedale-territorio in oncoematologia.
In sintesi, per garantire ai pazienti oncoematologici una migliore continuità assistenziale e un adeguato supporto anche al di fuori dell’ospedale, è necessario superare le attuali criticità attraverso una riorganizzazione dei percorsi di cura, una maggiore integrazione dei team professionali, il coinvolgimento attivo dei pazienti e la valorizzazione delle esperienze positive già esistenti, sostenute da un adeguato supporto istituzionale e tecnologico.
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17° Rapporto - Capitolo 32
Oncoematologia e assistenza territoriale: condivisione di buone pratiche