27. Screening oncologici e disabilità: quali problematiche da affrontare per un servizio equo e solidale
a cura di V. Donato – F.A.V.O.
A. Maltempi – Area Promozione della salute e prevenzione Direzione Regione Lazio
M. R. Noviello – UOSD Screening ASL Roma3
C. Mazzoni – FIDA Coordinamento Italiano Diritti Autismo Aps/Ets
Abstract del capitolo:
Il capitolo affronta la complessa problematica di garantire un accesso efficace ed equo ai programmi di screening oncologico per le persone con disabilità, in particolare quelle con disabilità neuro-cognitiva. Sebbene la diagnosi precoce tramite screening rappresenti uno strumento fondamentale per migliorare la sopravvivenza e la prognosi dei tumori più diffusi (utero, mammella, colon), le procedure di screening standard non sono sempre accessibili o appropriate per questa popolazione. Le barriere possono essere di diversa natura: fisiche (difficoltà di accesso alle strutture o alle attrezzature), comunicative (difficoltà di comprensione delle informazioni o di espressione dei propri bisogni), cognitive (difficoltà a comprendere l’importanza dello screening o a seguire le istruzioni), o legate alla mancanza di personale adeguatamente formato e di percorsi dedicati. Questa situazione porta a una minore partecipazione delle persone con disabilità ai programmi di screening rispetto alla popolazione generale, con il rischio di diagnosi tardive e un impatto negativo sugli esiti di salute.
La soluzione al problema di garantire un servizio di screening oncologico equo e solidale per le persone con disabilità richiede un approccio mirato e adattato alle loro specifiche necessità. Sebbene il capitolo sia un punto di vista che evidenzia le problematiche, la soluzione implicita e le azioni necessarie si basano sulla necessità di:
- Identificare e Programmare Iniziative Specifiche: È fondamentale identificare e programmare iniziative di screening oncologico specificamente pensate per le persone con disabilità, superando l’idea che i programmi standard siano sufficienti.
- Adattare le Procedure di Screening: Adattare le modalità di esecuzione degli esami di screening per renderle accessibili e tollerabili per le persone con diverse tipologie di disabilità. Questo può includere l’uso di materiali informativi semplificati, tempi più lunghi per le visite, personale di supporto e ambienti accoglienti.
- Formazione del Personale: Formare adeguatamente il personale sanitario (medici, infermieri, tecnici) sulla gestione delle persone con disabilità, sulle loro specifiche esigenze comunicative e assistenziali, e sull’importanza di un approccio empatico e rispettoso.
- Coinvolgimento delle Associazioni dei Pazienti e delle Famiglie: Collaborare strettamente con le Associazioni dei pazienti e delle famiglie per comprendere meglio i bisogni, superare le barriere e co-costruire percorsi di screening accessibili ed efficaci.
- Creazione di Percorsi Dedicati: Definire percorsi di screening dedicati all’interno dei servizi sanitari, che prevedano un accompagnamento personalizzato e il coordinamento tra i diversi professionisti coinvolti.
- Sensibilizzazione: Promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione e ai professionisti sanitari sull’importanza dello screening oncologico per le persone con disabilità e sulla necessità di garantire la loro piena inclusione nei programmi di prevenzione.
In sintesi, per assicurare che anche le persone con disabilità possano beneficiare della diagnosi precoce dei tumori, è indispensabile superare le barriere esistenti attraverso la progettazione e l’implementazione di programmi di screening specifici e adattati, investendo nella formazione del personale e promuovendo una stretta collaborazione con le associazioni che rappresentano questa popolazione vulnerabile. Questo rappresenta un passo fondamentale verso un sistema sanitario più equo e inclusivo.
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17° Rapporto - Capitolo 27
Screening oncologici e disabilità: quali problematiche da affrontare per un servizio equo e solidale