11. Screening oncologici: punti di forza e criticità ad un anno dalla pandemia

a cura P. Mantellini, F. Battisti, P. Falini, G. Gorini: Istituto per lo studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica – ISPRO, Firenze, P. Armaroli, P. Giubilato – Centro per la Prevenzione oncologica (CPO), Città della Salute e della Scienza, Torino, M. Zorzi, C. Barbiellini Amidei, J. E. Stocco – Azienda Zero, Padova

Abstract del capitolo:

I programmi di screening oncologico organizzato attualmente operativi sul territorio nazionale sono rivolti alla prevenzione secondaria dei tumori di colon-retto, mammella e cervice uterina.

Nel 2020 l’emergenza pandemica ha per un certo periodo di tempo modificato profondamente l’organizzazione degli screening oncologici. Infatti, la risposta alla pandemia ha comportato nei primi mesi (corrispondenti al primo lockdown) un’improvvisa interruzione di molte attività assistenziali di routine, tra le quali sono state ricomprese anche le prestazioni di screening di primo livello (erogazione dei test di screening), per definizione rivolte a una popolazione clinicamente asintomatica. La fase critica della sospensione delle attività di screening e della successiva ripartenza è stata attentamente monitorata da una serie di rilevamenti a cadenza trimestrale ad opera dell’Osservatorio Nazionale Screening, network di centri regionali e organo tecnico di riferimento a supporto di Regioni e Ministero per il monitoraggio dei programmi di screening, per il miglioramento continuo della qualità e per la formazione specifica. Nel 2020 si è dovuto dapprima recuperare i soggetti che non erano stati chiamati a causa della sospensione, e dunque invitare i nuovi aventi diritto alla chiamata, tenendo presente che le risorse (umane, organizzative, logistiche) su cui poteva contare lo screening erano depauperate rispetto al periodo pre-Covid 19 e che, inoltre, per garantire le misure di sicurezza e di sanificazione i ritmi di invito e di erogazione degli esami di primo e secondo livello erano inevitabilmente rallentati.

I ritardi accumulati sono in molte realtà sconfinati nel 2021, dato che molti dei limiti suddetti erano ancora presenti all’inizio del 2021 e che ci sono state nuove ondate pandemiche che non hanno aiutato il recupero. Ciò che era stato infatti osservato nella rilevazione del 2020 era che non solo vi era stata una contrazione delle attività di screening, ma anche che la popolazione era meno propensa a partecipare, anche quando invitata, in misura ben più marcata di quanto avveniva in precedenza. Tra le ipotesi avanzate per spiegare questo fenomeno si è annoverata anche la minore propensione delle persone a recarsi in presidi sanitari per il timore del contagio.

L’attuale Piano Nazionale di Prevenzione (PNP 2020-2025) testimonia che l’attenzione nei confronti dei programmi di screening oncologico organizzato è molto forte e le Regioni hanno elaborato, in questo ambito, programmi liberi che hanno l’obiettivo di rafforzare i coordinamenti regionali, di migliorare l’assetto organizzativo e la performance e di ridurre le diseguaglianze in modo trasversale, su tutte le linee di attività.

Per tenere alta l’attenzione sullo screening da parte della cittadinanza sono in corso molteplici iniziative a livello italiano, inserite ad esempio all’interno dei Piani Regionali di Prevenzione o in progetti CCM del Ministero della Salute, nell’ambito delle quali è previsto di lavorare su più livelli, in una logica di rete che coinvolga i numerosi portatori di interesse. Tali iniziative si pongono anche l’obiettivo di contrastare le disuguaglianze, nell’ottica di stimolare l’accesso di tutta la popolazione e prevedono diverse linee progettuali che includono nuove iniziative sullo screening, il rinforzo della collaborazione con i medici di medicina generale ed iniziative di formazione per gli operatori di screening.

Scarica il capitolo integrale in PDF:

Icona

15° Rapporto - Capitolo 11

Screening oncologici: punti di forza e criticità ad un anno dalla pandemia