2. L’integrazione sociosanitaria e la presa in carico del malato oncologico
a cura di C. Buzzacchi – DIPAB Bicocca, M. Campagna – F.A.V.O. e DIPAB Bicocca, F. De Lorenzo – F.A.V.O., R. Di Natale – Federsanità
Abstract del capitolo:
L’inadeguata integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali è indicata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza tra gli aspetti critici strutturali del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che la pandemia ha portato definitivamente allo scoperto. Eppure, l’impegno per raggiungere l’obiettivo dell’integrazione tra servizi diversi già da tempo era avvertito come necessario in ragione dell’affermazione di un nuovo quadro epidemiologico e della – conseguente – centralità di una politica «indirizzata a soggetti estremamente vulnerabili, il cui benessere può essere il risultato di interventi capaci di coniugare cure e care».
Il concetto stesso di presa in carico ha ora contorni nuovi, ben più estesi nel Tempo e nello Spazio.
Ci si potrebbe chiedere perché l’attenzione alla prossimità delle cure dovrebbe interessare i malati oncologici più di altri pazienti. La risposta può essere perché negli anni, fortunatamente, molte patologie oncologiche si sono cronicizzate e il rapporto con l’Ospedale si è limitato solo ad alcuni aspetti e alle recidive, creando così le basi per costruire un rapporto di routine con le strutture del Territorio, così come per le altre patologie croniche. Tuttavia, ancora oggi una diagnosi di tumore sconvolge ancora la vita di un cittadino, non solo individualmente ma sempre di più sul fronte familiare e sociale. Il problema poi assume proporzioni pesanti e difficilmente gestibili se il soggetto è un cittadino residente in uno dei circa 4000 comuni delle c.d. aree interne.
Spazio e Tempo diventano determinanti ai fini della possibilità di curarsi adeguatamente. Qui entra in gioco l’organizzazione e la modernizzazione del SSN previste dal DM 77/2022: modernizzazione, digitalizzazione, formazione, attivazione della rete e delle reti per garantire equità nelle cure su tutto il territorio.
Per la complessità delle patologie croniche in generale, la gestione della cura dei pazienti oncologici in tutte le fasi può rappresentare un paradigma per la messa a terra di un approccio completo al paziente cronico nel Tempo e nello Spazio perché i pazienti oncologici presentano necessità complesse e diversificate proprie del cancro, oltre a quelle derivanti dal fatto che la cronicizzazione dello stesso avvicina fatalmente (e fortunatamente!) il paziente alle cronicità tipiche dell’età che avanza. Il Tempo è quello della prevenzione, della cura, dell’intervento chirurgico, dei farmaci innovativi e personalizzati, della riabilitazione, della cura del dolore, delle cure palliative, della guarigione e del diritto all’oblio, ecc. Lo Spazio sono i Comuni nella promozione della prevenzione, nei consultori, gli studi dei medici di medicina generale, i reparti degli ospedali, il domicilio, le strutture riabilitative, gli hospice, ecc.
La complessità è talmente alta che, se si riuscisse ad organizzare tutti questi nodi e a farli interagire per offrire servizi adeguati ad un paziente oncologico, il sistema, nel complesso, funzionerebbe certamente meglio.
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15° Rapporto - Capitolo 2
L’integrazione sociosanitaria e la presa in carico del malato oncologico